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A volte ritornano

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Scrive Wu Ming2 “…il marketing non è la mia tazza di tè…e dico che questo libro, se davvero ha contribuito a promuovere il nostro sentiero, è perché non aveva quell’obiettivo.”
Ma quell’obiettivo è stato raggiunto a sua insaputa.
Il sentiero degli dei, quello che in cinque giorni porta da Bologna a Firenze attraverso l’Appennino, era percorso da una nicchia di camminatori. Ora attira migliaia di turisti, si stimano (pre-Covid) almeno 10.000 persone l’anno.

Dieci anni dopo la prima edizione, oltre al manifestarsi del turismo di massa sono successe molte cose: l’Alta Velocità e la variante di valico hanno vinto. Le battaglie per mettere in prima piano il territorio, le sorgenti d’acqua, gli animali o, almeno, un briciolo di senso critico nei confronti delle grandi opere e della loro reale utilità sociale hanno perso.

Il tratto ferroviario Bologna-Firenze è percorribile praticamente solo con i treni ad alta velocità. I pochissimi treni alternativi sono delle tradotte e nessun impatto reale vi è stato sulla riduzione del traffico su strada che è, in realtà, aumentato.
Ne valeva la pena? Ne valeva la pena per pochi minuti in meno deturpare il Mugello e i suoi fiumi? Ne valeva la pena accogliere nuovi turisti che si lamentano dell’impossibilità di fare una doccia dopo una lunga camminata? Ma, pare esclamare l’autore, i veri camminatori della montagna mettono nel conto questa eventualità!
Nessun recriminazione elitaria ma ricerca e riflessione sulla possibilità di una fruizione intelligente, rispettosa, capace di valorizzare il genius loci (che esiste davvero) del sentiero, invece di trasformarlo in un parco giochi mordi e fuggi. Tema peraltro comune a tutto il turismo, la cui crescita senza fine genera uno dei più preoccupanti impatti ambientali.
Cosa si può fare? Magari, a partire da chi accompagna i gruppi di turisti-camminatori, è possibile fare una rete, tipo quella per il cibo creata dai GAS, i Gruppi di acquisto solidale? Ovvero un patto fra i detentori di interessi economici che parta dal basso, articolata per porzioni di territorio, controllata dagli stessi operatori. Non bollini calati dall’alto sulla base di discutibili o incompleti criteri, bensì “certificazioni” basate sulle relazioni, sul confronto, sull’esigenza di miglioramenti che includano il fattore umano, animale e ambientale. Per ora ciò è stato affidato alla sola volontà dei singoli. Sarà possibile fare qualcosa “insieme”? Per esempio, suggerisce l’autore, stabilendo un contingentamento del numero dei gruppi. Togliendo, diciamo noi, l’appetito a chi arriva unicamente per investire sulla “moda dei cammini”, moltiplicando B&B e falsi agriturismi e privilegiando chi ha deciso di vivere lì, alimentando così un’etica collettiva resistente.

Sono domande della “nuova edizione aumentata” de Il sentiero degli dei. La struttura per paragrafi ha consentito all’autore di mantenere molto della precedente pubblicazione e aggiornare dove necessario, sia gli eventi sia le riflessioni, dando conto di ciò che è rimasto uguale e di ciò che è cambiato. Un libro che è diventato a suo modo una combinazione di cronaca contemporanea, di guida a un percorso che unisce piazza Maggiore a Piazza della Signoria (affascinante no?) e un’esortazione a reimparare a camminare con la stessa voglia di un infante che intraprende il sentiero della vita.

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