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Donne poco allineate

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La “crème de la crème” di Parigi viene invitata una volta l’anno alla Salpetrière, un manicomio femminile diretto da un maestro di Freud. Qui il dottor Charcot non tiene più le donne incatenate, le internate, sono definite “isteriche” e curate con l’ipnosi. Ma sono “isteriche” strettamente sorvegliate, comunque recluse. Perché alla Salpetrière si entra ma non si esce.
Poco importa se queste donne sono in realtà persone scomode, che hanno tenuto comportamenti anticonformisti e, per questo, sono state rifiutate dalla società e dalle loro famiglie.
Il romanzo ci parla di tutto questo attraverso le vicende delle recluse Louise, Eugénie, Thérése e della capoinfermiera Geneviève, tutte consapevoli che la loro sorte è stata decisa dagli uomini. Anche quando Charcot decide di mostrare alla Parigi bene dell’epoca le sue “alienate” danzanti e mascherate, suscitando timori e curiosità morbose.
“Sono aggressive?…Ci sarà Charcot?”. “Forse non avrei dovuto mettermi i diamanti, speriamo che le pazze non me li rubino”.
“Pare che alcune siamo molto belle”. “Ne ho viste certe assolutamente ripugnanti”

Ma quando l’orchestra inizia a suonare, ecco sfilare lattaie e marchese, contadini e Pierrot, moschettiere e Colombine, amazzoni e maghe…
Maschere che smascherano. Perché il pubblico stupito tramuta il timore in risata, con lo sguardo di chi osserva bestie ammaestrate non più pericolose. Perché gli invitati emettono gridolini, gorgoglii e i pazzi sembrano loro.
Un libro che sembra generato dall’urgenza di raccontare, che si legge tutto d’un fiato, che suscita sconcerto e rabbia ma che spalanca le porte alla conquista della libertà. Un libro di Storia e di storie.

Victoria Mas, Il ballo delle pazze, edizioni e/o, 16,50€

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