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E, comunque, viva il treno!

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La passione per il treno che travolge i bambini non ha mai abbandonato Marco Carlone, video reporter e fotografo che, quando scopre i Balcani, si fa narratore e ci racconta come si viaggia sulle ferrovie più ignorate, vecchie e scalcagnate d’Europa.

Dall’Albania, con la sua cortissima rete ferroviaria, fino ai Carpazi ucraini o con la sorella povera della Transiberiana che da Chisinau in Moldavia raggiunge Mosca, viaggiare in treno significa imbattersi nella peculiare geografia storica e politica dei Paesi una volta detti d’Oltrecortina. Paesi dalle ferite che sanguinano ancora. Il grande muro è venuto giù ma decine ne sono stati tirati su.

Il treno è un mezzo unico per chi voglia incontrare la vita di questi Paesi. E’ il collante sociale fra le persone, fra i contadini che dalle zone rurali raggiungono le stazioni di frontiera per vendere la loro merce. Dai suoi finestrini si vedono le anziane babuske ucraine-russe con il carrellino della spesa, in attesa sulle banchine, si ammirano, loro malgrado, le vecchie locomotive dal sovietico design, si incontrano le strade ferrate dove passano solo treni merci o i boschi della Bulgaria deturpati – anche là – dalle velleità del turismo dello sci.

In treno si visitano l’Albania e la Macedonia, la Bosnia divisa, la Dalmazia e un po’ di Serbia, la Romania, l’Ungheria, l’Ucraina divisa: luoghi di cui molti si sono pazzamente innamorati. Anche in treno.

Marco Carlone, Binario Est, Bottega Errante, 15€

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