
Il Dizionario Treccani definisce zanza, una parola dell’Italia settentrionale che sta a indicare un truffatore, l’imbroglione, il furfante. Ma noi che vicino a Milano siamo e di libri ne mastichiamo, pensiamo subito ai libri di Scerbanenco, ad atmosfere ovattate di nebbia e tram, all’umana simpatia che molto degli zanza ancora oggi ci ispirano
Ad essi e a un quartiere molto “zanza” – il suo quartiere, Baggio – Tino Adamo, passato da barista e ora in in forze alla Sergio Bonelli editore, dedica questo libro, teatro della commedia umana un po’ furfante, un po’ dolente ma quasi sempre perdente.
Guidati dal Tino (sarà lui?), uno dei due baristi del locale del locale che da il titolo al libro, il Virgilio di Baggio, conosciamo un microcosmo frequentato da giocatori d’azzardo, simpatici furfanti, delinquenti di mezza tacca e un anziani alcolisti. Ai tavoli del bar si giocano interminabili partite di poker dove la posta in gioco è talvolta molto più “seria” del denaro. E se la Baggio degli anni ’80 sembra oggi superata, se la vivibilità del quartiere è decisamente migliorata, l’affresco di quell’umanità furba e perdente è un canone, non solo letterario, ancora valido.
Tino Adamo ll bar degli zanza, edizioni unicopli, 14€
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