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Il mondo visto dalla cruna dell’ago

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I punti fermi tracciati dal lavoro delle mani, mani di donne, danno voce a un’identità altrimenti negata.

Il libro di Clare Hunter – artista e curatrice tessile con grande capacità di narrazione – dedicato al ricamo e al cucito, arte “minore” ma molto diffusa e trasversale, rimanda a una certa di idea di “fare storia”: quella della Nouvelle Histoire di Bloch, Braudel, Le Goff capace di allargare l’orizzonte dello storico a oggetti e attività di uso comune, alle scienze sociali.

Ebbene con Hunter scopriamo come il cucito e il ricamo siano stati  linguaggi per comunicare in assenza di altri mezzi. Una scoperta che attraversa il millennio scorso: dall’arazzo di Bayeux che per tutti celebra i Normanni vincitori ed è in realtà pieno di lodi per lo sconfitto Harold; ai ricami di Maria Stuarda intenta a rappresentare la lotta fra lei ed Elisabetta, al cucito terapeutico imposto come rieducazione nelle terribili carceri inglesi dell’800.

Ma gli esempi arrivano vicino ai nostri anni: sono i foulard e gli scialli delle madri di Plaza de Mayo con il ricamo del nome del figlio desaparecido o le arpilleras, i patchwork di denuncia del regime cileno. Celebrare, esprimere gioia o dolore, denunciare le ingiustizie, tener viva la memoria.
Un grande libro!

Clare Hunter, I fili della vita, Bollati Boringhieri, 18,50€

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