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Perché sanguina ancora?

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Possiamo dirlo? Questo libro di Paolo Nori “spacca”.
Apritelo e cominciate a leggerlo: ci sono frammenti di vita di Fedor Dostoevskij e dei grandi della letteratura russa, c’è Pietroburgo, citazioni e storie della Russia zarista, racconti di dolori e gioie personali dell’autore (dolori soprattutto). Non lo lascerete più. Anche dopo averlo finito.

Nori ci diche che Dostoevskij “ha reso visibile il visibile”, ha tolto l’imballaggio che avvolge la nostra quotidianità e ci ha messo a confronto con le nostre paure, i nostri dubbi, le nostre verità. Ma perché leggere Dostoevskij nel 2021, a duecento anni dalla nascita?
Paolo Nori dice che non lo sa ma poi quante istigazioni ad aprire (o riaprire), per esempio, Delitto e Castigo: “la più bella scena d’amore di tutta la letteratura mondiale”, Raskol’nikov che nella piazza del Fieno bacia “quella terra sporca con gusto e con gioia” e poi quando ci dice che l’investigatore Porfirij Petrovic è il vero modello del Tenente Colombo.

Nelle frasi, nei gesti, nelle vicende dei personaggi di Delitto e Castigo, Memorie del Sottosuolo, Il Giocatore, L’Idiota, I Fratelli Karamazov spesso troviamo sempre qualcosa che ci riguarda, che ci fa capire come siamo che ci apre la cicatrice di un ricordo, di un dolore (a volte di una gioia) e quello sanguina ancora…

Paolo Nori, Sanguina ancora. L’incredibile vita di Fedor M. Dostoevskij, Mondadori, 18,50€.
Cinquina Premio Campiello 2021, Selezione Giuria dei Letterati

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