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Quando la cucina è una questione di parole

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Ce lo fa intuire il precisino Julian Barnes, cuoco tardivo che dopo anni di povertà, incompetenza e conservatorismo gastronomico, si dedica alla cucina con piacere ed entusiasmo, ma da pedante apprensivo e riluttante assaggiatore.

Teoria e precisione dovrebbero caratterizzare le ricette e non empirismo e approssimazione. La frase “oh io non seguo ricette” non lo convince. Le ricette vanno seguite punto dopo punto e indagate.

La ricetta delle carote Vichy (glassate) deriva dalla presenza di ortaggi collaborazionisti? No perché in origine erano cotte nell’acqua termale…di Vichy.

Quanto sono grandi le cipolle medie? Ovvero in base a quale unità di misura? E qui è necessario affidare a un’analisi comparativa fra quelle presenti in casa: una via dimezzo fra le più grandi e le più piccole!

Anche la lista degli ingredienti, le modalità di preparazione, l’utilizzo di verbi e modi di dire ovunque presenti nei libri di cucina – affettare o tritare finemente o grossolonamente – sono l’ispirazione per un libro davvero divertente, dalla colta comicità.

Come si addice a vero pedante e raffinato scrittore inglese da cui vorremmo ricevere un imperdibile invito a cena.

Julian Barnes, Il pedante in cucina, Einaudi, 14€

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